SCHEDA RISTORANTE: di RISTORANTE BEATRICE

Ristorante Beatrice

RISTORANTE BEATRICE

Dati Generali


Lingue Parlate
Inglese Italiano
citta
MONTEFUSCO
indirizzo
Via Pirro De Luca, 28-83030 Montefusco-Avellino- Italia,  
Sito web
http://www.ristorantebeatrice.it
Telefono
+39 825 1735251 
Fax
+39 825 1735251 
Mobile
 +39 339 6685681

Dove Siamo



Servizi Supplementari


Gratuita concesse
1 su 20 persone. S'intende gruppo un numero minimo di 15 persone.
Tipo di locale:
 Locale Tipico
Camere n°
0
Climatizzato:
NO
N. coperti interni:
80
N. coperti esterni:
0
Pizzeria:
NO
Vendita di prodotti produzione propria:
NO
Le specialità:
 Medievali
chiusura
settimanale:
 
Periodo
di chiusura
e/o apertura
stagionale:
 

Menu


Convivio di Carnevale 2018-in collaborazione dello schef Bruno e signora  responsabile della cucina e incaricati della fattibilità del menù,- Centro storico di Montefusco-Av

 (Giovedì Grasso 8 febbraio 2018 ore 20,30) 

Il programma ideato e messo a punto dall' ispettore Luongo Antonio-divorato dal suo solito gruppo di Amici "con i complimenti di tutti"

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 -BANDO/AVVISO AL PUBBLICO -amico-

Cari Amici

E' giunto il momento di liberare l' animo e la mente da tutte le afflizioni della vita perdendoci nei festeggiamenti senza remore di un Carnevale memorabile per abbuffata e sgregolatezza con una grande "Orgia Carnevalesca" che si terrà giovedì "grasso" 8/febbraio/2018, presso ristorante "Beatrice"in Montefusco.-Si prega di essere  solletici a prenotarsi nelle mani del PONTIFEX MAXIMUS-ANTONIUS LONGINUS versando contestualmente la somma di euro 30,00 pena l' esclusione definitiva dal partecipare all' evento orgiatico.

Siate puntuali e divertitevi, altrimenti vi farò scorticare vivi !! - Vi consiglio di digiunare almeno un giorno prima di affrontare l' orgia di carnevale che prevede il seguente menù:

Antipasto: Frittata di Carnovale, caciocavallo, salsiccia e olive.

Primo: Lasagna classica a base di sugo di ragù, polpettine, mozzarella.

Secondi: 1) Carne e puorco, patate  e paparuli- 2) Cotichini alla genovese.

Frutta: Kiwi, mandarini e mele.

Dolce: Chiacchere

Bevande 1) Spumante per brindisi augurale iniziale - 2) Acqua e vino aglianico a volontà per il pasto - 3) Whisky, grappa e amaro del capo per la botta finale

( saranno assegnate a tutti-cappelli, maschere, trombette e fiscarole)-

 

 


Offerte Speciali


MONTEFUSCO CITTA' MEDIEVALE

Il paese è posto a cavallo tra la provincia di Avellino e quella di Benevento.

Sorge su di un complesso montuoso di non eccessiva altezza, detto da secoli "Montagna di Montefusco", perché le vette più alte si trovano tutte nel territorio comunale del comune: Monte Gloria, Monte San Felice e, appunto, Montefusco stesso. Al gruppo montuoso - che si innalza tra la Valle del Calore e quella del Sabato e si distacca nettamente dalle ultime propaggini del Partenio per mezzo della rocciosa gola dello Stretto di Barba (per un lato in comune di Chianche e per l'altro invece di Ceppaloni) - appartengono i territori comunali di: Montefusco, San NazzaroSan Giorgio del SannioCalviSan Martino SannitaSan Nicola ManfrediSant'Angelo a CupoloSanta PaolinaTorrioniPetruro IrpinoTufo e Chianche. Alla Montagna appartengono anche il paesino di Sant'Angelo a Cancello, oggi in comune di Pietradefusi ma geograficamente unito a Montefusco, e tutto il Monte delle Guardie in comune di Benevento, estrema propaggine su cui ormai è sorto un quartiere del capoluogo sannita (Pacevecchia). Di tutti questi paesi, storicamente ed artisticamente il più importante è sicuramente proprio Montefusco, mentre senza dubbio il più popoloso è San Giorgio del Sannio che, dal Fascismo in poi, ha conosciuto una continua ascesa economica e demografica; il meno popoloso è Petruro Irpino, peraltro il comune meno popoloso di tutta la Campania.

 
Vista di Montefusco dal comune di Pratola Serra

Ad unire tutti questi centri non solo la contiguità morfologica ma anche le natura del territorio, caratterizzato da boschi fitti di castagni (più in alto) e querce, detti 'E Surti, cioè le selve nel dialetto locale. Un tempo questi boschi erano certamente ininterrotti fino a Benevento, mentre oggi la continuità è spesso interrotta pur restando vastissimi spazi verdi soprattutto nell'area da Montefusco a Monterocchetta.

Origini del nome

L'origine del nome del paese è incerta. L'opinione storica più diffusa è che la città sia la sannitica Fulsulae di cui parla Tito Livio, centro abitato dalla tribù irpina e non ancora identificato. Tesi assai risalente e possibile data l'abitudine dei Sanniti di costruire i loro pagi in zone elevate e inaccessibili. L'ampissima visuale che si gode da Montefusco sarebbe stata utilissima a questa popolazione bellicosa; infatti, alcuni ritrovamenti sono stati fatti risalire all'epoca romana, ma nessuna delle epigrafi ancora oggi custodite in città attestano esplicitamente il nome di Fulsulae, lasciando aperta la questione. Un altro pagus sorgeva nei pressi, si tratta di "Melae", anch'esso nelle Storie di Tito Livio, sito in località Piana delle Mele. "Fulsulae" (splendente) sarebbe comunque divenuta "Fusculus" (oscura) perché i fuochi dei templi sannitici un tempo risplendenti su di essa si sarebbero spenti dopo la conquista romana del Sannio

Altra ipotesi: il nome descriverebbe il fatto che la vetta della montagna è spesso oscurata da nubi fitte. Altri studiosi più recenti vogliono riconnetterlo al nome di persona Fusculus,attestato in fonti longobarde; non sarebbe difficile immaginare che si tratti di un feudatario.

Storia

Età antica e medievale

La posizione del paese ne fece con grandissima probabilità una roccaforte sannitica (Fulsulae) poi romanizzata, ma ancor prima tracce neolitiche di presenze umane in territorio montefuscano sono attestate dal ritrovamento di frecce.

Grande sviluppo ebbe con l'arrivo dei Longobardi, che circondarono la capitale della Langobardia MinorBenevento di castelli e villaggi fortificati, come CeppaloniChianche e Torrioni. Tra questi vi fu probabilmente proprio Montefusco, anche se non citato da alcuna fonte scritta; la tipologia di muratura chiaramente longobarda dei ruderi delle mura non lasciano però dubbi, così come la posizione strategica dominante le valli del Calore, del Sabato nonché vaste zone montuose e collinari che si aprono fino alla Puglia.

Entrò prepotentemente nella Storia e nelle fonti con i Normanni, tant'è che lo storico Falcone Beneventano a pochi anni dalla caduta del Principato Longobardo di Benevento già ne parla nelle sue Cronache come di un centro importante militarmente e politicamente. Teatro di una lunga, logorante guerra tra Giordano d'Ariano e re Ruggero, in cui entrò anche Landolfo della Greca, fu contesa dai litiganti, potenti feudatari in un periodo di sostanziale anarchia per il Mezzogiorno.

Anche sotto gli Svevi ebbe importanza tant'è che sia Federico II che Manfredi la tennero come castello personale e vi risiedettero per mesi. Pare che prima della fatale Battaglia di Benevento Manfredi abbia organizzato il proprio esercito proprio a Montefusco.

Con Carlo I d'Angiò, nel 1287 al Feudalesimo si affiancherà una più efficiente organizzazione del nuovo Regno di Napoli in province controllate da emissari di nomina regia (a seconda del periodo, presidi o giustizieri). L'antico Principato Longobardo (che aveva perso la sua antica capitale Benevento passata già nel 1077 nel dominio papale, ma che aveva ancora Salerno come centro principale) fu smembrato in due: Salerno rimase a capo del territorio al di qua delle Serre di Montoro (da allora Principato Citra), Montefusco, invece, divenne capitale del neonato Principato Ultra, comprendente un territorio davvero vastissimo: le intere province di Benevento ed Avellino.

Montefusco, capitale della Provincia di Principato Ultra

Per secoli la città visse, quindi, un periodo di sviluppo ospitando, tra l'altro, un nobile ceto di giuristi e avvocati (ovvie conseguenze della presenza della Regia Udienza - tribunale - con tutti gli uffici provinciali annessi, e della Compagnia di Campagna - un'autorità di polizia). Favorì la scelta di Montefusco lo status di demanio della Corona che la città aveva, a differenza di Avellino, attuale capoluogo irpino, che per secoli restò infeudato. Tuttavia in seguito anche Montefusco fu concessa in feudo, divenendo centro di una Baronia in origine molto estesa, poi pian piano ridotta a pochi centri della Montagna di Montefusco.

A favorire l'elezione di Montefusco fu poi, ancor di più, la posizione di controllo che il centro aveva su Benevento, posta a valle: l'antica capitale longobarda era un'enclave pontificia pericolosa sia politicamente per il Regno di Napoli, sia concretamente per la sicurezza dei cittadini dato che ospitava un gran numero di briganti che vi trovavano asilo ed impunità per i crimini commessi nel Regno e Montefusco poteva essere utile avamposto per controllare quella che un re chiamò senza mezzi termini petra scandali regni nostri.

In quei secoli Montefusco aveva inoltre un dotto clero, godendo in particolar modo di un Abate Infulato (cioè avente dignità quasi vescovile) di Santa Maria della Piazza, e inoltre di una Chiesa Madre di rango palatino, cioè svincolata dal controllo dell'Arcivescovo e controllata direttamente dal Re per mezzo di un collegio di canonici (si tratta della Chiesa di San Giovanni del Vaglio: la sua natura regia è chiaramente dovuta all'essere stata la chiesa del castello, pian piano scomparso nelle sue originarie forme maschie e ingentilitosi nell'attuale palazzo comunale).

Inoltre in paese non mancavano intellettuali e scrittori, tra cui merita una menzione il seicentesco Eliseo Danza per l'amore verso la sua città che seppe infondere nelle sue opere storiche, nonché per l'attività di avvocato che perorò la causa della giustizia in un regno dove le soverchierie e la confusione amministrativa e giuridica imperavano. Egli era membro dell’Accademia degli Offuscati con sede proprio a Montefusco (all'epoca ancora chiamata Montefuscoli).

Il declino cominciò lentamente nel Settecento, per poi divenire evidente nei primi anni dell'Ottocento quando il nuovo governo francese cercava una razionalizzazione delle Provincie: in base a criteri moderni Montefusco era ormai un luogo scomodo e piccolo per ospitare la sede di una grande provincia, freddo e inaccessibile durante l'inverno. Quelle qualità militari che ne avevano fatto la fortuna nel Medioevo e durante tutta l'Età Moderna non erano ritenute più utili in un'epoca di sviluppo e innovazione, e nonostante un'antica tradizione secolare che era cominciata già nel Duecento, l'8 agosto 1806 fu votata a Napoli una legge che trasferì la sede del Principato Ultra nella più decentrata ma pianeggiante Avellino.

Per Montefusco fu un grave colpo. La sede degli uffici vi rimase fino al 1816 finché ad Avellino non furono costruiti edifici appositi, tra cui il carcere, ma intanto iniziò l'emigrazione di nobili, avvocati, notai e sacerdoti. Ancora all'inizio del Novecento i Montefuscani erano 5000. Oggi non se ne contano 1500.

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Età contemporanea

Importante è inoltre ricordare il ruolo che Montefusco ebbe durante il Risorgimento. Il vecchio carcere del tribunale provinciale, sito nei seminterrati del Castello, riaprì per diventare Bagno penale di massima sicurezza in cui furono detenuti molti patrioti del Regno delle Due Sicilie in condizioni talmente pietose che Montefusco fu definita "lo Spielberg dell'Irpinia". Vi furono ospitati tra gli altri il duca Sigismondo Castromediano e il barone Nicola Nisco, che scrissero toccanti diari delle loro prigioni.

Durante la seconda guerra mondiale, Montefusco fu occupata per un certo periodo dai Nazisti, dai giorni immediatamente successivi all'8 settembre fino all'inizio di ottobre.

Recentemente, la sua economia vive un certo benessere grazie al riconoscimento del prestigioso marchio DOCG al suo vino Greco di Tufo. Questo, però, non ha arrestato il calo demografico.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Chiesa Palatina di San Giovanni del Vaglio

L'edificio religioso fu eretto verso la fine del XII secolo. In questa chiesa, i papi Callisto II e Onorio II che soggiornarono nel paese, esercitarono i riti religiosi. Nella chiesa si trovano tuttora dipinti risalenti al '700, colonne marmoree di epoca romana, pochi affreschi medievali riscoperti recentemente e si venera la Sacra Spina di Cristo, reliquia assurta a protettrice della città.

Chiesa di Santa Maria della Piazza

Probabilmente la prima chiesa della città destinata ai civili (San Giovanni era interna al Castello), Santa Maria era un'importante Abbazia e il suo parroco sicuramente il più influente di tutti quelli di Montefusco. Parzialmente demolita per ampliare Largo Tommaso Rossi, al suo interno conserva qualche antico affresco.

Oratorio di San Giacomo Apostolo

Piccolo gioiello di arte seicentesca, tutto affrescato, fu sede di una congregazione per secoli. È posto al di sotto della Chiesa e dell'Abbazia di Santa Maria della Piazza.

Chiesa di San Francesco di Assisi

La tradizione la vuole fondata, insieme al non più esistente convento, da San Francesco d'Assisi in persona in uno dei suoi viaggi per l'Italia. Dal Trecento ad oggi la sua funzione religiosa è ininterrotta. Nonostante non manchino tracce medievali (abside) la Chiesa all'interno rivela un gusto settecentesco.

Chiesa e Monastero di San Domenico

Sorta sull'antico Castello, essa ha una evidente origine settecentesca. Vi è ancora annesso il Convento di Suore Domenicane.

Chiesa di Santa Maria del Carmine e annessa Chiesa di San Sebastiano

Chiesetta settecentesca dove si custodisce la statua lignea veneratissima di Santa Maria del Monte Carmelo. Alle spalle sorge la Chiesa di San Sebastiano utilizzata da cimitero un tempo

Oratorio di San Raimondo

Ne resta visibile solo un portale marmoreo, mentre l'interno è ormai adibito a casa privata.

Eremo di Sant'Antonio Abate 

Sorge sulle Surti ed ha origini molto antiche.

 
La chiesa di San Bartolomeo

Chiesa di San Bartolomeo Apostolo

Entrando in paese, lungo le strette vie irte, superando l'antica Porta San Bartolomeo, si arriva alla chiesa, eretta alla fine dell'XI secolo, particolare per il campanile. Si tratta di un edificio semplice di età longobarda: questo popolo aveva infatti un notevole culto di San Bartolomeo da quando il principe Sicardo di Benevento ne aveva portato il corpo a Benevento (di cui è infatti patrono). Ad una sola navata, al suo interno si trovano alcune statue lignee di San BartolomeoSant'Antonio Abate e Santa Lucia.

 
Il convento di Sant'Egidio

Monastero di Sant'Egidio

Alla base del colle su cui si colloca il paese si trova il convento dei frati minori di Sant'Egidio. Le origini del convento risalgono al 1625. In questo convento, all'inizio della sua "carriera" soggiornò Padre Pio nel 1908, quando era ancora novizio.

Presso il convento di trovano alcune tele dell'artista Alberto Sforza.

Architetture civili

Palazzi nobiliari

Corte Baronale, Palazzo De Luca (Antica Dogana), Palazzo Aggiutorio, Palazzo Giordano, Palazzo Regina, Ospizio dei Pellegrini, Palazzo Melisurgo, Palazzo de Martino, Palazzo Dente, Palazzo Ruggero, Palazzo Riola, Palazzo Mascia.

Architetture militari

Castello Longobardo

L'antico Castello, fondato dai Longobardi e parte della cerchia difensiva che venne posta a controllo delle vie per Benevento, ospitò re normanni, svevi, angioini e aragonesi. È facilmente ipotizzabile che in età longobarda-normanna il Castello avesse una forma molto più fortificata e occupasse senz'altro tutta l'area di Piazza Castello, inglobando anche la Chiesa Palatina di San Giovanni del Vaglio (da balium cioè cortile) e il Monastero di Santa Caterina da Siena che, infatti, rivela mura imponenti che ricordano quelle di un fortilizio molto antico, di certo precedente alla fondazione settecentesca del convento. Col tempo il Vaglio divenne una piazza vera e propria ma il cuore del Castello non perse la sua funzione, tant'è che ospitò fino all'Ottocento il Preside della Provincia di Principato Ultra con tutti gli uffici, tribunale compreso. Attualmente vi ha sede il Comune.

Nel seminterrato, strutturato su due piani, vi è il Carcere, utilizzato dapprima come prigione provinciale. Chiuse per alcuni anni col definitivo trasferimento ad Avellino degli uffici del Giustizierato, per poi riaprire in epoca risorgimentale, ospitando un Bagno penale di prima classe caratterizzato da un regime durissimo. Il freddo montefuscano unito all'umidità degli androni scavati nella roccia e alle punizioni esemplari (come il puntale) ne fecero un luogo di sofferenza tale che fu soprannominato lo Spielberg dell'Irpinia. Alcuni celebri carcerati furono i patrioti napoletani Poerio, Nisco, Castromediano e Pironti.

L'antico detto esprime bene ciò che voleva dire esservi imprigionato: Chi trase a Montefuscolo e po' se n'esce po' dì ca 'n'terra 'n'ata vota nasce. ("Chi entra a Montefusco e poi ne esce può dire che in Terra nasce di nuovo).

Illustri patrioti detenuti nelle Carceri di Montefusco

Cinta Muraria Longobarda

Se ne vedono ancora tracce in varie parti della città. Inoltre esistono ancora la Porta del Canale e la Porta di San Bartolomeo (rifatta nel '700), oltre alla Torre che domina la vallata del Calore (detta Torre Riola perché vicina all'omonimo palazzo).

'I Surti

Boschi di castagni e querce, ricchi di vegetazione, fauna e sorgenti, è stato riconosciuto Sito di Importanza Comunitaria. Grazie ai fondi della U.E. è stato possibile ripristinare alcuni dei tanti sentieri che corrono lungo le montagne e collegano i paesi di Montefusco, Cucciano, San Martino SannitaTorrioni, Monterocchetta, Toccanisi ed altri della Montagna di Montefusco. Particolarmente bella è la zona di Fontana Riviezzo. Vi sono animali come il gatto selvatico, il cinghiale, tassi, faine, volpi, rettili, furetti e uccelli rari

 

 


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